Grace Project : l’uso prolungato dell’Aspirina migliora l’outcome nei pazienti con sindrome coronarica acuta
L’uso prolungato dell’Aspirina ( ASA ) riduce il rischio di successive sindromi coronariche acute nei pazienti con malattia coronarica.
Lo scopo dello studio è stato quello di verificare se i pazienti che assumono l’Aspirina presentino dei benefici al presentarsi della sindrome coronarica acuta.
Hanno preso parte allo studio 11.388 pazienti con o senza storia di malattia coronarica.
Il 73% dei pazienti con storia di coronaropatia (n=4.974) stavano assumendo l’Aspirina da lungo periodo di tempo rispetto al 19,4% dei pazienti senza storia di coronaropatia (n=6.414).
I pazienti con storia di coronaropatia che stavano assumendo l’Aspirina da lungo periodo avevano una significativamente minore probabilità di andare incontro ad un infarto miocardico con sopraslivellamento ST (odds ratio aggiustato: 0,52 , 0,44-0,61) o di morire durante il periodo di ospedalizzazione ( OR: 0,69 , 0,50-0,95) rispetto ai pazienti che non stavano prendendo l’Aspirina.
I pazienti senza una storia di coronaropatia e che stavano assumendo da tempo l’Aspirina hanno, anch’essi, presentato un più ridotto rischio di sviluppare un infarto miocardico con sopraslivellamento ST (OR: 0,35 , 0,30-0,40) ed hanno manifestato una tendenza verso una riduzione della percentuale di mortalità ospedaliera (OR: 0,77 , 0,55-1,07).
Questi risultatati dimostrano che i pazienti con storia di coronaropatia che presentano una sindrome coronarica acuta nonostante una precedente assunzione di Aspirina, hanno una presentazione clinica migliore , un numero minore di complicanze ospedaliere ed una più bassa incidenza di mortalità ospedaliera rispetto ai pazienti che non avevano mai assunto l’Aspirina. ( Xagena2002 )
Spencer FA et al, Am J Cardiol 2002; 90: 1056-1061